La gestione dei profili social della farmacia richiede metodo, programmazione e investimento di tempo. A differenza delle pagine personali, infatti, dove il flusso e il contenuto dei post può essere libero e spontaneo, il profilo istituzionale non dovrebbe lasciare spazio all’improvvisazione, perché da un lato è una modalità per la comunicazione del ‘brand’ della farmacia, una vetrina virtuale della professionalità e dell’autorevolezza del punto vendita, e dall’altro uno strumento di marketing, che potenzialmente può raggiungere tutti i clienti del proprio bacino d’utenza e anche oltre.
«Il farmacista può decidere di gestire in autonomia il profilo social invece di affidarlo a un’agenzia di comunicazione, ma deve essere consapevole del tipo di impegno e di investimento necessari per raggiungere l’obiettivo» spiega Silvio Galmozzi, CEO di Groon, azienda specializzata nella comunicazione digitale della farmacia. «Servono metodo, strumenti, organizzazione e alcune competenze tecniche specifiche della comunicazione digitale».
«La produzione del contenuto su un canale social, quale esso sia, è fondamentalmente di due tipi» spiega l’esperto. «Il primo è divulgativo, e consiste principalmente in argomenti di salute e benessere generali o legati alla stagionalità. Se non si pubblicano post in modo costante e con una certa frequenza, si rischia di sparire dalle timeline di chi segue la pagina, i potenziali clienti. Questo tipo di post non richiede la competenza specifica del farmacista e può essere esternalizzato a un’agenzia, o recuperato da altre fonti. Il secondo tipo è informativo e riguarda la vita della farmacia: orari di apertura, servizi, iniziative speciali, eventi, sconti e promozioni. Comporta un maggiore coinvolgimento del farmacista, perché riguarda l’organizzazione pratica dello specifico punto vendita».
Questi due tipi di contenuto devono convivere ed essere dosati in un’agenda di pubblicazione programmata a scadenza mensile. «Per queste attività sono utili i corsi di formazione specifici per i farmacisti, che insegnano a organizzare il lavoro e a utilizzare i tool, ovvero app e software digitali, che consentono di risparmiare tempo nella produzione dei contenuti e nella realizzazione del piano editoriale» spiega Galmozzi. «Si può fare da soli, quindi, ma con gli strumenti giusti, altrimenti si rischia di perdere il focus e di sprecare tempo senza avere il ritorno economico, che è l’obiettivo principale del profilo. In alternativa, si può lavorare con un’agenzia di comunicazione esperta del settore farmaceutico. In questo modo il farmacista è libero da tutte le incombenze delegabili e può essere accompagnato e aiutato a svolgere soltanto le attività che gli competono».
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